Informazioni personali

mercoledì, dicembre 22, 2010

Buone feste a tutti gli ossessionati

In queste due settimane vi auguro di pensare, giorno e notte:

1) alle scie tossiche che stanno sterminando la popolazione mondiale;

2) ai vaccini che stanno sterminando la popolazione mondiale;

3) agli incidenti aerei, navali e ferroviari organizzati dall'èlite mondiale per sterminare i nemici politici;

4) ai semini, alle alghe, alla concentrazione, al bicarbonato, alla marmellata, al torrone, alle albicocche e ad ogni altra conosciuta e provata cura per il cancro;

5) alle nanotecnologie che ci inietteranno avvalendosi dei nanovaccini e che ci renderanno nanoschiavi;

6) alle imminenti, come al solito da anni, vaccinazioni di massa;

7) alle 500.000 o forse più bare pronte nei lager-cimitero americani per l'omicidio di massa perpetrato da anni dal NWO ai danni della popolazione inconsapevole;

8) ai massoni che invadono il pianeta stringendosi la mano in modo inequivocabile;

9) alla CIA ed al suo miglior agente infiltrato tra i talebani, Mr Bin Laden.

Non volendo limitarvi, preciso che questi sono solo uno sparuto gruppo delle ossessioni che vi tirate dietro da tempo; il resto mettetecelo voi, come al solito.

Un po' vi invidio, cari i miei ossessionati del web, perchè, alla fine, a me cosa toccherà? Mangiare, bere, discutere di cose futili, divertirmi con la famiglia, fare del sano sesso, girare per città e fare qualche gita fuori porta, frequentare gli amici coi quali ci si vede raramente, dormire un po' di più il mattino.... insomma, una noia. 

Io non posso permettermi di pensare al fatto che il surriscaldamento globale sia una bufala, che la suina sia un virus creato per distruggere l'umanità, che il cancro sia indotto da big pharma, che tutti i piloti e tutti i medici e tutti i politici e tutti gli aeroportuali e tutti, ma proprio tutti..... siano corrotti e nascondano le scie celesti! 

No, io non posso permettermelo perchè sono condizionato, mi hanno fatto il lavaggio del cervello da piccolo col trivalente (e ora ai miei figli con l'esavalente. Bè, piuttosto che morire come tutti i miliardi uccisi dal vaccino, meglio il lavaggio cerebrale) o, in alternativa (a secondo di come gli ossessionati si svegliano), sono pagato, e bene, dall'èlite mondiale per nascondere, infangare, accusare, calunniare, disturbare.

Quindi vi auguro, cari i miei simpatici ossessionati, buone anzi ottime feste e ricordatevi:

il Natale NON è il giorno prima dell'apocalisse cosmica, non è nemmeno un complotto del NWO per autorizzare lo sradicamento dei pini con l'intento di favorire la deforestazione e, in questo modo, contribuire al depopolamento globale. 

Ricordatevi che le decorazioni filanti sugli alberi di Natale non sono appositamente create per abituare la gente alle scie ed i regali ai bambini non sono le prime prove per corrompere l'intelletto dei minori e assoggettarli al volere dell'èlite mondiale; e i saldi, subito dopo le feste, non sono una pratica decisa a tavolino dal Gruppo Bilderberg per tenere la gente tranquilla: sono saldi e basta!

E ora vado, statemi bene e mantenetevi saldi e forti, magari con qualche crudità per il cenone di capodanno e della buona urina d'annata (dicono che 1999 sia la migliore), giusto per non incorrere in qualche virus (che non esiste) come l'HIV o peggio. Ah, per sicurezza le crudità lavatele bene con acqua e bicarbonato: anche se non lo iniettate va bene lo stesso, rimane sempre la cura migliore del millennio.

AUGURONI A TUTTI 
 

Le albicocche: da frutto astringente (se fresco) a ossessione pura

Girovagando per il web si trovano innumerevoli siti e blog che parlano di uno degli argomenti più cari a complottisti, ciarlatani, imbonitori e medici (o ex medici) frustrati: la cura (alternativa) per il cancro, possibile, secondo loro, grazie a questo o a quel prodotto naturale o pseudo tale che da anni viene proposto come la scoperta miracolosa del secolo, anzi, del millennio.
Questa volta mi sono soffermato su un argomento in particolare: i semi di albicocca riuscirebbero a prevenire o, addirittura spessissimo trovo scritto, a CURARE il cancro. Non è molto strano, quando si leggono certi nomi di siti/blog o di personaggi, credetemi: oggi sono le albicocche, ieri erano le carote e domani saranno le banane o qualche alga o ancora qualche sostanza strana emersa in qualche miniera del Sudamerica…
Non ho messo un unico articolo per intero ma più titoli relativi all’argomento, con l’indicazione delle fonti (tra le centinaia che hanno più o meno replicato gli stessi articoli, come al solito) dalle quali ho prelevato. Vediamo

 

Semi di albicocca contro i tumori

Regala un semino di mela e di altra frutta a tutte le persone che conosci, spiegando loro che TUTTI i semi di frutta contengono la vitamina B 17 la vitamina che cura anche il cancro - quindi ricordatevi di mangiare i semi della frutta !




Semi di albicocca contro i tumori venerdì 30 gennaio 2009

Regala un semino di mela e di altra frutta a tutte le persone che conosci, spiegando loro che TUTTI i semi di frutta contengono la vitamina B 17 la vitamina che cura anche il cancro - quindi ricordatevi di mangiare i semi della frutta !Pubblico rapidamente una notizia molto interessante. Dietro questa storia ci sono anni di riuscite, sacrifici e battaglie di un onesto medico americano.




Lorenzo Acerra   Valerio Pignatta  

Cancro: Puoi Guarire

Senza chemio, radiazioni o chirurgia. 30 e più cure non distruttive di documentata efficacia

Assumere 10 semi di albicocca al giorno per assicurarsi la prevenzione del cancro. 50 semi al giorno diventano una dose terapeutica per la malattia.

(Libro)

- La vitamina B17
   La più famosa fra le cure anticancro naturali accertate che l'uomo conosca è: l'estratto naturale del nocciolo di albicocca, altrimenti conosciuto come vitamina B17 ( Laetrile ).
   Occorre davvero credere ai rapporti negativi della ricerca convenzionale su questa vitamina? Curiosamente il Dr.Dean Burk, ex capo del Cytochemistri Department del National Cancer Institute, famoso ente statunitense di cui egli stesso è stato uno dei co-fondatori, si era occupato personalmente della vitamina B17, e descrisse tale sostanza in termine assai diversi. - Quando aggiungiamo laetrile (vitamina B17) ad una coltura di cancro al microscopio, premesso che sia presente anche l'enzima glucosidase, possiamo osservare le cellule cancerose che muoiono come mosche. - (Il glucosidase è l'enzima, fortemente presente nelle cellule tumorali, che innesca il singolare meccanismo, rilevato nella vitamina B17, che distrugge il cancro. Si può trovare un'eccellente analisi clinica di tale meccanismo in: B17 Metabolic Therapy - In the Prevention and Control Cancer, breve storia della ricerca effettuata su questa vitamina, che comprende molte valutazioni di tipo clinico.)
Il Dr. Burk inoltre affermò che prove dell'efficacia del laetrile erano state riscontrate in almeno cinque istituti indipendenti di tre paesi distanti fra loro.

Fine.
Notare le frasi:
“…che cura anche il cancro - quindi ricordatevi di mangiare i semi della frutta !”
“… 50 semi al giorno diventano una dose terapeutica per la malattia.”
Riportata su Tuttouno e SaperiNegati
E
“La più famosa fra le cure anticancro naturali accertate che l'uomo conosca è: l'estratto naturale del nocciolo di albicocca”
su Miraclemineral

Non si possono avere dubbi di interpretazione su queste frasi: I SEMI DI ALBICOCCA CURANO IL CANCRO, secondo queste persone (e moltissime altre). Bene, assodato questo, visto che loro dicono la loro, io dico la mia, dal momento che ancora è possibile in questo Paese.


Per prima cosa, un bell’avviso ben datato (quindi la questione è vecchia assai, a dimostrazione che questi personaggi tritano e riciclano con regolarità impressionante) da parte del Ministero della Salute (che ovviamente, per loro interesse, secondo i complottisti e simil-tali fa parte di un complotto mondiale per eliminare il 90% della popolazione mondiale!):

Messaggi ingannevoli e rischio per uso semi di albicocca
(2/10/2006)

Il Ministero della Salute ha evidenziato attraverso un comunicato pubblicato sul proprio sito web la pericolosità di messaggi pubblicitari che attribuiscono proprietà antitumorali a semi ricavati dai noccioli di albicocca. Infatti non esistono evidenze scientifiche che dimostrino l´efficacia dell´amigdalina ricavata dai semi delle albicocche nel trattamento delle affezioni tumorali mentre ingerire l´amigdalina in quantità superiori alle dosi tollerabili può portare alla morte. Per la Food Standard Agency la quantità massima per l´uomo è di uno, massimo due semi al giorno.
(M.D.) 


Quindi la raccomandazione del Centro Antiveleni:

Attenzione: La mandorla d'albicocca contiene glicosidi cianogenici (amigdalina) che possono causare il quadro dell'intossicazione da cianuri. Trecento semi di albicocca costituiscono dose letale per un uomo adulto.
Da: Piante tossiche, a cura del Centro Antiveleni dell'Università "La Sapienza" di Roma


Raccomandazioni pediatriche:

Albicocca, pesca e prugna. Il nocciolo all'interno racchiude il seme che contiene acido cianidrico. L'ingestione di 2 o 3 semi di albicocca o 5 di pesca o prugna può uccidere un bambino. Il nocciolo ingoiato intero non è tossico.


Indicazioni per curare alcuni disturbi e raccomandazioni importanti:


NOME LATINO Prunus armeniaca CARATTERISTICHE Gli esperti di medicina cinese usano spesso il nocciolo interno delle albicocche per trattare i disturbi bronchiali. Questi semi, detti anche mandorle amare, si ritiene siano degli espettoranti, ovvero favoriscano l’espulsione del muco dai polmoni, oltre che dei sedativi della tosse. Vengono inoltre prescritti a scopo lassativo. Nella medicina tradizionale cinese, i semi di albicocca sono classificati come amari e leggermente caldi. INDICAZIONI – Tosse, bronchite, asma, enfisema, costipazione. PREPARAZIONI I semi di albicocca o decotti e sciroppi antitosse a base di semi di albicocca sono disponibili nei negozi specializzati. Miscele: gli esperti di medicina cinese raccomandano di trattare la tosse secca con una combinazione di semi d’albicocca e foglie di gelso bianco o un tubero noto come ophiopogon (erba della scimmia). A seconda del tipo di tosse la scelta può essere diversa, consultatevi con un esperto anche per avere informazioni sulle dosi specifiche e su altre possibili combinazioni. . EFFETTI COLLATERALI Potenzialmente gravi Dosi eccessive possono comportare capogiri, nausea, vomito e mal di testa sino a contrazioni, pupille dilatate, battito cardiaco anormale, coma e morte

INFORMAZIONI SPECIFICHE – ATTENZIONE: occorre essere attenti con questo prodotto naturale perché contiene una sostanza velenosa. Nell’organismo, i costituenti dei semi d’albicocca si trasformano in diverse sostanze, tra cui l’acido prussico che è un tossico potente. Gli erboristi cinesi riportano che il contenuto di 50-60 noccioli può uccidere un adulto, mentre ne bastano 10 per un bambino. In caso di sovradosaggio gli antidoti raccomandati sono il carbone attivato e lo sciroppo di ipecacuana. – Gli esperti consigliano cautela nel trattare con semi d’albicocca i bambini o soggetti con diarrea. – In un esperimento clinico, una pasta di semi d’albicocca e zucchero è risultata di beneficio nei pazienti con bronchite cronica. Alcuni, tuttavia, hanno presentato episodi di cefalea e anche nausea. INTERAZIONI Alcuni esperti di medicna cinese ritengono che i semi di albicocca non debbano essere assunti assieme all’astragalo, alla scutellaria o alla radice di kudzu.



Un bell’articolo:

By 43zero58 28 Apr 2008 in Warning
Ingannevolezza di messaggi pubblicitari che attribuiscono loro proprieta’ antitumorali .


Alcune segnalazioni, recentemente pervenute al Ministero della Salute, riguardano la presenza di siti internet che propagandano, anche a scopo di vendita, l’utilizzo di semi ricavati da noccioli di albicocca, come metodo alternativo o complementare delle terapie convenzionali ai trattamenti antitumorali.
I suddetti prodotti, secondo quanto riportato nei messaggi pubblicitari, conterrebbero un glicoside cianogeno denominato “amigdalina”, “laetrile” o “vitamina b17″ il quale “possiederebbe particolari virtu’ terapeutiche nella cura dei malati affetti da tumori o patologie croniche”.
Non ci sono evidenze scientifiche che dimostrino l’efficacia dell’amigdalina nel trattamento delle affezioni tumorali, mentre e’ invece conosciuta la loro tossicita’ infatti e’ noto ormai da tempo che l’amigdalina contenuta nei semi delle albicocche, se ingerita in quantitativi superiori alle dosi tollerabili, puo’ causare la morte di un individuo.
In base al parere della food standard agency la quantita’ massima e’ di uno, massimo due semi al giorno.
Riportiamo un caso preso da NCBI (National Center for Biotechnology Information).
Referto dei dottori:
Suchard JR, Wallace KL, Gerkin RD.
Ricovero presso: Department of Medical Toxicology, Good Samaritan Regional Medical Center, Phoenix, AZ, USA.

“Una donna di 41 anni ha ingerito i semi di albicocca acquistati in un negozio di cibi naturali, dopo 20 minuti era debole e dispnoica. La paziente si presentava in stato comatoso ed ipotermico, ma ha risposto immediatamente alla terapia di antidoto per avvelenamento da cianuro. Successivamente è stata trattata con un’infusione continua di tiosolfato, per l’acidosi metabolica persistente.


Che dire …. Se da piccoli la loro ambizione era quella di fare i fruttivendoli si diano da fare, ma lascino stare la fantascienza, per l’amor di Dio!

Arrivederci ai prossimi ossessionati.

martedì, dicembre 21, 2010

L'ossessione del "tutto segreto"

Riprendo una parte di articolo (la cui fonte è indicata sotto) di circa un anno fa, quando andava di moda scagliarsi contro le vaccinazioni per la suina; dopo la solita sbrodolata sui vaccini che prima avrebbero dovuto uccidere tutti (o lasciare paralizzati) e successivamente, visto l'esito scontato che ha evidenziato le scempiaggini dette dai soliti antivaccinisti senza competenze specifiche, creare malati a scadenze prestabilite, si parla di un archivio che raccoglie tutte le documentazioni relative alle persone danneggiate dai vaccini. Cosa c'è di strano? Nulla, considerato che per i complottisti e simili l'idea del segreto custodito dagli esponenti di un'èlite, del nuovo ordine mondiale, della classe dirigente e dedita al depopolamento della terra ecc. è all'ordine del giorno. Ed in effetti è descritto proprio come un archivio segreto, segretissimo, secondo chi scrive, quindi, penso io, assolutamente inaccessibile accedervi (a meno che non sia un pirata informatico eccezionale e disposto a rischiare il carcere) . E' proprio così? Mah.

IL DATABASE SEGRETO GOVERNATIVO SUI DANNI DA VACCINI

Traduzione di Luciano Gianazza, 25 novembre 2009


Il DATABASE SEGRETO

Ogni anno la FDA riceve migliaia di rapporti di reazioni avverse ai vaccini. Questi dati includono lesioni cerebrali e morti Queste informazioni vengono immagazzinate in un database segreto del governo a cui i cittadini americani possono accedere (con alcune restrizioni) ricorrendo al Freedom of Information Act (Legge sulla Libertà di Informazione). E' diviso in categorie che includono i vaccini somministrati, i tipi di reazione, informazioni sui ricoveri e le morti e altro ancora. I dati contenuti vanno dal 1990 all'Agosto 2004.


Link Articolo: medicinenon.it

Copyright © by - Luciano Gianazza - - Tutti i diritti riservati.
Puoi pubblicare questo articolo su altri siti a condizione che indichi la fonte con link attivo.


Una domanda: cosa significa “database segreto” seguito da “a cui i cittadini americani possono accedere”? Ah no, bisogna ricorrere al Freedom of Information Act (Legge sulla Libertà di Informazione). Insomma, è un archivio segreto ma se fai una richiesta ufficiale puoi accedervi (ROTFL). Si vede che proprio non vogliono far sapere, nel modo più assoluto, queste rilevazioni ai cittadini; e in questo modo si che sono sicuri di non renderle pubbliche!

Arrivederci al prossimo ossessionato.


Perché le terapie alternative sembrano funzionare.

Ho trovato un articolo di settembre che, a mio parere, è interessante per capire come le terapie alternative possano essere spacciate per buone anche da persone per nulla interessate ad un possibile business generato dalle stesse. E' parecchio lungo ma, a mio parere, rappresenta una buona lettura per "ripassare", tutti insieme, quei concetti di fondo che perlustrano l'universo ormai non più folcloristico degli imbonitori e dei ciarlatani di professione.


Il link di riferimento è questo: http://blog.silvano.cavallina.net/index.php/2010/09/perche-le-terapie-alternative-sembrano-funzionare/#axzz18k1U4TGL

Perché le terapie alternative sembrano funzionare.

Posted by Silvano Cavallina on set 2nd, 2010


Normalmente chi vende una terapia di qualsiasi tipo ha l’ obbligo di provare in primo luogo che i trattamenti previsti non facciano male, e in secondo luogo che siano efficaci. Questo secondo compito è spesso il più difficile, dato che vi sono molti modi subdoli con i quali persone oneste e intelligenti (sia pazienti che medici) possono essere indotti a pensare che un trattamento abbia curato qualcuno anche quando non è così. Ciò è vero sia che si tratti di valutare qualche nuovo trattamento nella medicina scientifica, che qualche vecchio rimedio della medicina popolare, o trattamenti collaterali della “medicina alternativa” o le panacee decisamente magiche di guaritori. Per controllare possibili rimedi e distinguere tra i miglioramenti veri e quelli casuali che possono seguire un intervento, sono stati messi a punto dei procedimenti obiettivi. Se una tecnica, un rituale, un medicamento o un procedimento chirurgico non segue questi procedimenti è moralmente discutibile offrirli al pubblico, specie se vi è uno scambio di denaro. Dato che molte delle terapie “ alternative” (quelle cioè non accettate dalla bio-medicina scientifica) appartengono a questa categoria, c’ è da chiedersi come mai molti consumatori che non acquisterebbero nemmeno un tostapane senza aver prima consultato il Consumer Report (equivalente di riviste come Altro Consumo, NdR) buttino via, con fiduciosa ingenuità, notevoli somme di denaro per interventi sulla salute non provati e forse dannosi. Per molti anni i critici hanno sollevato dubbi sulle pratiche mediche collaterali, ma la popolarità di tali rimedi sembra inalterata. Dobbiamo chiederci perché le affermazioni di chi opera in quest’ area siano così refrattarie a ogni dato loro contrario.
Se una terapia “ alternativa” o “ complementare” :
1) non è credibile già a priori (in quanto implica meccanismi o promette effetti che contraddicono leggi ben stabilite, principi o dati empirici di tipo fisico, chimico o biologico).
2) è carente di per sé stessa di una razionalità scientificamente accettabile
3) ha insufficienti prove derivanti da una ricerca adeguatamente controllata (ad es. con prove cliniche in doppio cieco, randomizzate, e confrontate con un placebo)
4) ha fallito in studi clinici ben controllati eseguiti da valutatori imparziali e non è stata in grado di far scartare spiegazioni alternative per ciò che sembra funzionare in condizioni non controllate, e …
5) sembra improbabile, anche a persona incompetente, sulla base del comune “ buon senso
perché mai tanta gente bene istruita continua a vendere e comprare una tale terapia?
La risposta, credo, nasce dalla combinazione di una vigorosa propaganda delle pretese infondate di guaritori “ alternativi” (Beyerstein e Sampson, 1996), con un basso livello di conoscenza scientifica del grande pubblico (Kiernan, 1995) e con la “ voglia di credere” tanto prevalente in soggetti attratti dal movimento New Age (Basil, 1988; Gross e Levitt, 1994). Il fascino della medicina non scientifica è in gran parte un derivato dei sentimenti popolari di “ controcultura” degli anni 1960 e 70. Residui delle tendenze di ribellione tipo “ ritorno alla natura” di quegli anni sopravvivono come desiderio nostalgico dei sistemi di cura del diciannovesimo secolo democratizzati (ora trasformati nei movimenti dei diritti dei pazienti) e come insoddisfazione per i trattamenti specialistici di malattie, burocratici e tecnologici (Cassileth e Brown, 1988). Allo stesso modo il richiamo dei dogmi “ olistici” della medicina alternativa derivano dal fascino del misticismo orientaleggiante emerso negli anni 60 e 70. Per quanto la filosofia e la scienza che sono alla base di queste tecniche olistiche siano stati severamente criticati (Brandon, 1985), conservano un forte richiamo per quanti sono portati a credere nelle cure del tipo “ la mente che controlla la materia” , nel considerare le patologie più sistemiche che localizzate, e nel ritenere onnipotente la capacità dell’ alimentazione a ristabilire la salute (concepita come un “ equilibrio” di tutto l’ organismo). Molti prodotti medicinali di dubbia efficacia restano sul mercato perché pazienti soddisfatti testimoniano della loro efficacia. Ciò che dicono è in sostanza: “ L’ ho provato e sono stato meglio, quindi deve essere efficace” . Ma anche quando i sintomi migliorano dopo un trattamento, ciò non prova di per sé che il trattamento sia stato la causa del miglioramento.
La distinzione malattia-malessere
Per quanto i termini malattia e malessere siano spesso usati come sinonimi, per i nostri scopi è bene distinguere tra i due. Userò il termine malattia per riferirmi ad uno stato patologico dell’ organismo dovuto a infezione, degenerazione dei tessuti, trauma, esposizione ad agenti tossici, carcinogenesi, ecc. Per malessere intendo il sentirsi male, sofferenti, disorientati, privi di alcune funzionalità o altro come possibile conseguenza di una malattia. La nostra reazione soggettiva alle sensazioni grossolane che chiamiamo sintomi dipende da fattori culturali e psicologici come credenze, suggestioni, attese, pretese, autoconvinzioni e autoillusioni.
L’ esperienza del malessere è anche influenzata (spesso inconsciamente) dai vantaggi sociali e psicologici ottenibili da chi viene accolto nel ruolo di ammalato dai controllori della società (cioè dai professionisti della salute). Per certi individui i privilegi di stato e i benefici del ruolo sociale di ammalato sono sufficienti a prolungare il malessere anche quando la malattia è guarita o addirittura a creare sensazioni di sofferenza anche in assenza di malattia (Alcock, 1986). A meno che non si possano distinguere i molti fattori che contribuiscono alla percezione dello stare male, le testimonianze personali non offrono una base che consenta di giudicare se una terapia
proposta curi realmente una data malattia. È per questo motivo che, per valutare ogni tipo di terapia, sono indispensabili test clinici con obbiettive misure fisiche.
Una correlazione non implica un rapporto di causa-effetto
Scambiare delle semplici correlazioni come rapporti di causa-effetto è la base della maggior parte delle credenze superstiziose, comprese molte nell’ area delle medicine alternative. Abbiamo la tendenza a ritenere che, quando delle cose avvengono contemporaneamente, debbano avere una connessione causale, per quanto ovviamente ciò non sia necessario. Ad esempio, c’ è una correlazione tra il consumo di bibite dolcificate e obesità. Forse questo significa che i dolcificanti portano le persone ad aumentare di peso? Quando ci basiamo sull’ esperienza personale per verificare l’ efficacia di trattamenti medici, molti fattori variano simultaneamente, rendendo estremamente difficile determinare quale è la causa e quale l’ effetto. Le esperienze personali costituiscono la base per cui si crede a terapie non ortodosse, ma si tratta di argomenti deboli a causa di quello che Gilovich (1997) ha chiamato il problema del “ confrontato con che cosa?” Senza un confronto con un gruppo simile di pazienti trattati nell’ identico modo tranne che per l’ assenza dell’ elemento ritenuto curativo, i singoli soggetti non potranno mai sapere se sarebbero migliorati altrettanto bene anche senza la cura.
Dieci errori e fallacie
La domanda allora è: come mai dei medici e i loro clienti, che si basano su evidenze aneddotiche e osservazioni non controllate, concludono erroneamente che una terapia è efficace? Vi sono almeno dieci buone ragioni.
1. La malattia può aver seguito il suo decorso naturale
Molte malattie hanno un termine naturale; se non sono fatali o croniche, i processi di guarigione del corpo stesso ripristinano la salute del malato. Dunque, prima che una terapia sia riconosciuta efficace, si deve dimostrare che il numero di pazienti che figurano tra i “migliorati” sia maggiore della percentuale di quelli che ci si attende migliorino senza trattamento alcuno (o che migliorino più velocemente di quelli non trattati). A meno che un terapeuta non convenzionale non fornisca un elenco dettagliato dei successi e dei fallimenti su un numero sufficientemente grande di pazienti con lo stessa malattia, egli non può sostenere di aver superato la normale quota di miglioramenti o guarigioni spontanee.
2. Molte malattie sono cicliche
L’ artrite, la sclerosi multipla, le allergie, i problemi gastro-intestinali, sono esempi di malattie che normalmente hanno i loro “ alti e bassi” . Naturalmente chi soffre tenderà a ricorrere alle terapie nella fase “ bassa” di ogni ciclo. In tal modo un trattamento inefficace avrà ripetute opportunità di coincidere con il miglioramento, che sarebbe avvenuto comunque. Ancora una volta, in assenza di un adeguato gruppo di controllo, sia i consumatori che i venditori sono portati a interpretare erroneamente come effetti terapeutici validi i miglioramenti dovuti alle normali variazioni cicliche.
3. Remissione spontanea
Cure riportate per via aneddotica possono anche essere dovute a possibili, seppur rare, “ remissioni spontanee” . Anche tumori quasi sempre letali talvolta scompaiono senza alcun trattamento. Un esperto oncologo (Silverman, 1987) ha riferito di aver assistito a dodici di tali casi sui circa seimila da lui trattati. Terapie alternative possono ottenere approvazione non meritata grazie a questo tipo di remissioni, dato che molti pazienti disperati si rivolgono a esse quando pensano di non avere più nulla da perdere. Quando un “ alternativo” asserisce di aver salvato molti individui senza più speranze alle soglie della morte, raramente rivela quante siano queste fortunate eccezioni, in termini percentuali, rispetto ai loro pazienti considerati terminali. Ciò che viene richiesto è una evidenza statistica che la loro “ quantità di cura” supera la quantità di comparsa delle remissioni spontanee e di quelle dovute all’ effetto placebo (vedi più avanti). L’ esatto meccanismo responsabile delle remissioni spontanee non è ben compreso, ma vi sono molte ricerche volte a rivelarlo, ed è possibile che i responsabili per queste inattese inversioni siano i processi del sistema immunitario o altro. Il campo abbastanza nuovo della psiconeuroimmunologia studia come variabili psicologiche possano influenzare i sistemi nervoso,
ghiandolare e immunitario in modo da ripercuotersi sulla suscettibilità a una malattia e sulla sua guarigione (Ader e Cohen 1993; Mestel, 1994). Se pensieri, emozioni, desideri, credenze, ecc. sono stati fisici del cervello, non c’ è niente di intrinsecamente mistico nel concetto che tali processi neurali possano influenzare i processi ghiandolari, immunologici o altri processi cellulari nel corpo. Tramite il sistema limbico del cervello, l’ asse pituiario dell’ ipotalamo ed il sistema nervoso autonomo, dei fattori psicologici possono produrre effetti fisiologici che si ripercuotono con effetti positivi o negativi sulla salute. Benché le ricerche abbiano confermato che questi effetti esistono, bisogna ricordare che essi sono piuttosto piccoli, e possono pesare forse per un qualche percento nelle statistiche delle variazioni delle malattie.
4. L’effetto placebo
Una delle maggiori ragioni per cui a rimedi basati su pregiudizi si attribuiscono miglioramenti soggettivi e occasionalmente oggettivi, è il diffusissimo effetto placebo (Roberts, Kewman e Howell, 1993); Ulett, 1996). La storia della medicina è colma di esempi di quelli che, a posteriori, sembrano procedimenti discutibili, che una volta furono accolti con entusiasmo da medici e pazienti (Skrabanek e McCormick, 1990; Barret e Jarvis, 1993). False attribuzioni di questo tipo nascono dal falso assunto che una variazione nei sintomi che fa seguito a un trattamento debba essere una conseguenza specifica di tale procedimento. Attraverso una combinazione di suggestione, credulità, aspettativa, reinterpretazione cognitiva e perdita di attenzione, pazienti cui vengono somministrati trattamenti biologicamente inutili sperimentano spesso un miglioramento misurabile. Alcune risposte ai placebo producono veri cambiamenti nelle condizioni fisiche; altri sono cambiamenti soggettivi che inducono i pazienti a sentirsi meglio, anche in assenza di variazioni significative nella patologia di cui soffrono. Tutti noi sviluppiamo, come i cani di Pavlov, tramite ripetuti contatti con procedure terapeutiche valide, risposte condizionate in diversi sistemi fisiologici. Queste risposte possono successivamente essere collegate ad impulsi rituali, accessori e verbali che segnalano solo l’ ” avvenuto trattamento” . Tra le altre cose, i placebo portano al rilascio nel corpo di sostanze tipo morfina che sopprimono il dolore, le endorfine (Ullett, 1996). Dato che tali risposte acquisite possono essere un palliativo anche quando un trattamento non è di per sé correlato alla fonte della sofferenza, le terapie sotto esame debbono essere controllate contro un gruppo di controllo dell’ effetto placebo – pazienti simili che ricevono un trattamento simile in tutto a quello “ reale” tranne che per la mancanza della sostanza che si suppone sia attiva. È essenziale che in tali controlli i pazienti siano distribuiti a caso ai diversi gruppi e che non sappiano se sono nel gruppo reale o in quello di controllo. Dato che il potere di ciò che gli psicologi chiamano effetti di aspettativa e di condiscendenza (vedi sotto) è molto forte, anche il medico che
effettua la terapia deve ignorare a quale gruppo appartengano i pazienti. Da qui il termine doppio cieco – il massimo standard per i risultati della ricerca. Tali precauzioni sono richieste in quanto segnali scarsamente percepibili, rilasciati senza intenzione da chi fornisce il trattamento se non è “ cieco” , possono influenzare i risultati. Analogamente, anche chi stabilisce gli effetti del trattamento deve essere nella condizione di “ cieco” , dato che c’ è una larga casistica di “ pregiudizi dello sperimentatore” che dimostra come anche professionisti validi e onesti possano senza intenzione “ leggere” nei risultati ciò che si aspettano, quando tentano di chiarire fenomeni complessi (Rosenthal, 1966; Chapman e Chapman, 1967). Quando le prove cliniche sono completate, la condizione di cecità può essere rimossa, per consentire il confronto tra gruppi attivi, gruppi placebo e gruppi non trattati. Solo se i miglioramenti osservati nel gruppo di trattamento attivo superano in modo statisticamente significativo quelli dei gruppi di controllo la terapia può essere considerata legittima.
5. Alcuni presunti sintomi curati sono psicosomatici fin dall’inizio
Una costante difficoltà nel tentare di misurare l’ efficacia terapeutica nasce dal fatto che molti disturbi fisici possono nascere da stress psico-sociali ed essere alleviati da aiuti e rassicurazioni. A prima vista tali sintomi (chiamati di volta in volta “ psicosomatici” , “ isterici” o “ nevrastenici” ) sembrano quelli di sindromi mediche ben note (Shorter, 1992; Merskey, 1995). Anche se vi sono molti “ vantaggi secondari” (di tipo psicologico, sociale ed economico) a beneficio di coloro che si adagiano in tal modo nel “ ruolo di malato” , non dobbiamo con ciò accusarli di malizia voluta, dato che i loro sintomi sono comunque dovuti a subdoli processi psico-sociali.
Guaritori “ alternativi” si rivolgono a questi membri della “ fossa della paura” che sono erroneamente convinti di essere ammalati. I loro disturbi sono esempi di somatizzazione, la tendenza a esprimere problemi psicologici utilizzando termini di sintomi delle malattie organiche (Alcock, 1986; Shorther, 1992). Gli “ alternativi” offrono aiuto a questi individui che per ragioni psicologiche vogliono credere che vi siano eziologie organiche alla base dei loro sintomi. Spesso con l’ aiuto di strumenti diagnostici pseudoscientifici costoro rinforzeranno la convinzione dei somatizzati che la classe medica ufficiale, senza cuore e di mente ristretta, che non trova in loro nulla di fisico, sia tanto incompetente quanto disonesta nel rifiutarsi di riconoscere una vera situazione organica. Gran parte di chi presenta una diagnosi di “ fatica cronica” , “ sindrome di sensibilità ambientale” e diversi
disordini da stress (per non ricordare i tanti che si richiamano a presunti effetti dannosi delle protesi al silicone per il seno) ricorda molto i classici casi di somatizzazione (Stewart, 1990; Huber, 1991; Rosenbaum, 1997). Se, attraverso i loro rituali di “ intervento” i terapisti di tecniche collaterali riescono a rassicurare, a ridare il senso di appartenenza e una base esistenziale ai problemi dei loro clienti, ciò è ovviamente accettabile, ma tutto ciò richiede di non mantenersi estranei alla medicina convenzionale, che a ogni modo ha molto di più da offrire. Il lato negativo è che rinforzare il desiderio di diagnosi mediche per disturbi psicologici promuove un modo di pensare pseudoscientifico e magico, aumentando in modo indebito i presunti successi dei ciarlatani. Quel che è peggio, si perpetua in tal modo la convinzione anacronistica che vi sia qualcosa di vergognoso o di illegittimo nei problemi psicologici.
6. Sollievo dei sintomi anziché cura
Più che una vera cura, ciò che il malato desidera è di combattere il dolore e il malessere. Molti presunti trattamenti curativi offerti dai terapeuti alternativi, pur se inefficaci rispetto al decorso reale della malattia, possono renderla più accettabile, ma per ragioni psicologiche. Il dolore è un esempio. Molte ricerche dimostrano che il dolore è in parte una sensazione come il vedere o il sentire, e in parte un’ emozione (Melzack, 1973). È stato provato ripetutamente che ridurre la componente emotiva di un dolore ne lascia la sola parte sensoria, sorprendentemente tollerabile. È così che la sofferenza può essere spesso ridotta con mezzi psicologici, anche se la sottostante patologia ne rimane immutata. Tutto ciò che può ridurre l’ ansietà, distogliere l’ attenzione, diminuire l’ eccitamento, promuovere un senso di controllo o portare a una reinterpretazione cognitiva dei sintomi può alleviare la componente parossistica di un dolore. Le moderne cliniche del dolore utilizzano ogni giorno al meglio tali strategie (Smith, Merskey e Gross, 1980). Che il paziente soffra meno è un’ ottima cosa, ma bisogna stare attenti che un sollievo puramente sintomatico non distolga la gente dal ricorrere a rimedi di dimostrata efficacia prima che sia troppo tardi perché siano utili.
7. Molti consumatori di terapie alternative “giocano su due tavoli”
Molti guaritori non ortodossi, nel tentativo di allargare la loro clientela, hanno cominciato a presentarsi come “ complementari” piuttosto che “ alternativi” . Invece di rivolgersi soprattutto a persone ideologicamente convinte, o a quelli cui è stato detto che non c’ è più nulla che la medicina convenzionale possa fare per loro, gli “ alternativi” hanno cominciato a propagandare che possono migliorare i trattamenti biomedici convenzionali. Ammettono che i terapisti ortodossi possono alleviare dei sintomi specifici, ma pretendono che la medicina alternativa possa curare le cause reali della malattia – tra cui presunte diete “ sbilanciate” , sensibilità ambientali, “ campi energetici squilibrati” o anche conflitti non risolti dalle reincarnazioni precedenti. Se si hanno dei miglioramenti sulla base del trattamento scientifico fornito contemporaneamente a quello “ complementare” , quest’ ultimo ne trae spesso un credito indebito.
8. Diagnosi sbagliate (da soli o da un medico)
In questa era di mass media ossessionati dai temi della salute, molti possono essere indotti a pensare di soffrire di malattie che non hanno. Se queste persone sanissime ricevono da un medico ortodosso la triste notizia che non presentano alcun segno organico di malattia, spesso si spostano verso guaritori alternativi che possono trovare quasi sempre qualche tipo di “ sbilanciamento” da trattare. Se si arriva alla “ guarigione” è nato un altro convertito. Naturalmente, anche i medici con una formazione scientifica non sono infallibili, e una diagnosi sbagliata, seguita da un pellegrinaggio a un santuario o da un guaritore alternativo, può portare a una brillante testimonianza per la cura di una grave malattia, che non è mai esistita. Altre volte la diagnosi può essere corretta, ma può essere non previsto correttamente il decorso della malattia nel tempo, sempre difficile da predire. Se un paziente in condizioni terminali si rivolge a trattamenti alternativi e manca più tardi di quanto avesse predetto il medico convenzionale, il procedimento alternativo può ricevere credito per avergli prolungato la vita, mentre in effetti si trattava solo di una diagnosi troppo pessimistica; la sopravvivenza era stata più lunga di quanto previsto, anche se comunque nell’ intervallo delle normali fluttuazioni statistiche per quella malattia.
9. Benefici secondari
I guaritori alternativi hanno spesso una personalità forte, carismatica (O’Connor, 1987). Se i pazienti sono attratti dagli aspetti messianici della medicina alternativa, ne possono ricavare vantaggi psicologici. Se un guaritore ottimista ed entusiasta è in grado di migliorare l’ umore e le aspettative di un paziente, questo ottimismo può portare a una maggiore accettazione, e quindi a un aumento dell’ efficacia, di qualsiasi trattamento ortodosso che il paziente stia ricevendo. Tale migliore predisposizione può convincere la gente a mangiare o a dormire meglio o a fare più movimento, o a socializzare maggiormente. Tutto ciò può accelerare una ripresa naturale. Vantaggi psicologici secondari di questo tipo possono anche ridurre lo stress, che è noto produrre effetti deleteri sul sistema immunitario (Mestel, 1994). La rimozione di questo carico aggiuntivo può accelerare la guarigione, anche se non si tratta di un effetto specifico della terapia. Come per un semplice sollievo dei sintomi, ciò non è affatto cosa disprezzabile, a meno che non distolga il paziente da trattamenti più efficaci, o che i costi siano esorbitanti.
10. Distorsione psicologica della realtà
La distorsione della realtà al servizio di un forte convincimento è cosa comune (Alcock, 1995). Anche in assenza di miglioramenti oggettivi, persone fortemente credenti nelle medicine alternative possono autoconvincersi di essere stati aiutati. Secondo la teoria della dissonanza cognitiva (Festinger, 1957) se un’ esperienza contraddice delle attitudini esistenti, credenze o conoscenze acquisite, si produce uno stress mentale. Si tende ad alleviare questa situazione reinterpretando (e distorcendo) l’ informazione che ci ha colpito. Il non aver ricevuto sollievo dopo aver perso tempo, soldi e “ faccia” in un trattamento alternativo (e forse rispetto a tutta la visione del mondo di cui esso fa parte) potrebbe creare una tale distonia interna. Dato che sarebbe psicologicamente troppo difficile ammettere di fronte a sé stessi o di fronte agli altri che è stato tutto uno spreco, vi sarebbe
una forte pressione psicologica per trovare qualche valore nel trattamento alternativo che lo “ salvi” . Altre distorsioni servono a mantenere l’ autostima e a rendere meno aspre le relazioni sociali (Bayerstein a Hadaway, 1991). Poiché le credenze fondamentali tendono a essere difese con forza, distorcendo la percezione e il ricordo, i terapeuti alternativi e i loro clienti facilmente interpretano male gli indizi e ricordano le cose come vorrebbero fossero accadute. Analogamente possono essere selettivi in ciò che riferiscono, sopravvalutando gli apparenti successi e ignorando, sottovalutando o spiegando i loro fallimenti. Il metodo scientifico è stato in gran parte sviluppato per ridurre la forza di questa propensione umana a balzare alle conclusioni più congeniali. Una sensazione illusoria che i sintomi siano migliorati può anche essere causata dalle cosiddette “ proprietà della domanda” presenti in ogni rapporto terapeutico. In ogni società esiste una “ norma di reciprocità” , una regola implicita che obbliga la gente a rispondere cortesemente quando qualcuno li tratta bene. La maggior parte dei terapeuti crede sinceramente di aiutare i loro pazienti ed è naturale che i pazienti vogliano ricambiarli con gentilezza. Senza che i pazienti se ne rendano necessariamente conto, tale tendenza è sufficiente ad aumentare la loro percezione dei benefici ottenuti; per cui nei veri test clinici bisogna anche tener conto di questi effetti di accondiscendenza (Adair, 1973). Infine il compito di distinguere correlazioni reali da quelle spurie o casuali richiede non solo osservazioni controllate, ma anche la loro estrazione sistematicizzata da un gran numero di dati. Gli psicologi che si occupano degli errori di giudizio hanno identificato molte fonti di errore che colpiscono chi si basa su processi informali di ragionamento nell’ analizzare eventi complessi (Gilovich 1991, 1997; Schick e Vaughn 1995). Dean e colleghi (1992) hanno dimostrato, usando esempi di un’ altra popolare pseudoscienza, l’ analisi della scrittura (grafologia), che senza strumenti statistici sofisticati le capacità conoscitive umane semplicemente non erano in grado di estrarre e vagliare correlazioni valide dalla massa di dati interagenti. Analoghe difficoltà furono affrontate dai pionieri della medicina pre-scientifica e dai loro successori, ed è per questo che non possiamo accettare racconti aneddotici a sostegno delle loro affermazioni.
Conclusioni
Per i motivi che ho esposto, le testimonianze individuali contano molto poco nel valutare le terapie. Dato che tanti falsi indizi possono convincere persone intelligenti e oneste che delle cure funzionino anche quando non è vero, è essenziale che ogni trattamento da valutare sia controllato in condizioni che tengano conto dell’ effetto placebo, degli effetti di persuasione e degli errori di pregiudizio. Prima che una persona accetti di sottoporsi a un trattamento, essa dovrebbe essere certa che questo sia stato convalidato da test clinici attentamente controllati. Per ridurre la probabilità che le prove siano state contaminate da errori e pregiudizi, i consumatori dovrebbero richiedere che le prove siano state pubblicate in giornali scientifici dotati di referees. Qualsiasi ciarlatano che non sia in grado di fornire questo tipo di prove per le procedure che propone, diventa immediatamente sospetto. I potenziali clienti dovrebbero stare ad esempio molto in guardia se le sole “ prove” consistono di testimonianze individuali, opuscoli o libri pubblicati privatamente o citazioni da riviste popolari. Anche se esistono articoli di supporto che apparentemente provengono da seri periodici scientifici, il consumatore dovrebbe controllare se i giornali in questione sono pubblicati da organizzazioni scientifiche di buona reputazione. Articoli pseudoscientifici compaiono spesso in periodici di aspetto serio, ma che poi risultano appartenere a gruppi privi di adeguate credenziali scientifiche, ma con qualche interesse finanziario nei prodotti presentati. Analogamente, bisognerebbe scartare gli articoli comparsi nella “ stampa su commissione” – giornali che accettano praticamente qualsiasi cosa facendo pagare le spese agli autori. E infine, dato che un singolo evento positivo – anche proveniente da una sperimentazione ben fatta e pubblicata in un giornale credibile – potrebbe sempre essere un caso fortunato, la prova definitiva è data dalla ripetizione da parte di un gruppo di ricerca indipendente. Se il terapeuta grida alla persecuzione, è ignorante o apertamente ostile alla scienza ufficiale, non può portare una ragionevole spiegazione razionale per i suoi metodi e promette risultati molto al di là di quanto previsto dalla bio-medicina ortodossa, vi sono molte ragioni per sospettare che si tratti di un ciarlatano. Riferimenti ad altri modi di conoscenza o a misteriosi “ piani” , “ energie” , “ forze” o “vibrazioni” sono altre indicazioni sospette, come la pretesa di trattare l’ intera persona piuttosto che patologie definite.
Le persone che stanno male e a cui viene promessa una cura sono particolarmente facili da ingannare. Il risultato è che una falsa speranza può sostituirsi al comune buon senso. In queste condizioni di vulnerabilità una valutazione attenta e accurata sarebbe quanto mai necessaria, mentre invece vediamo spesso il desiderio di abbandonare ogni restante traccia di scetticismo. Persone normalmente di buon senso, colpite dalla malattia, spesso chiedono meno garanzie da chi offre cure alternative, di quante prima non ne avrebbero richiesto a chi fosse venuto a offrirgli una macchina usata. Caveat emptor!
Bibliografia
  • Adair, J. 1973. The Human Subject. Boston: Little, Brown and Co.
  • Adler, R., and N. Cohen. 1993. Psychoneuroimm.: Conditioning and stress, Annual Review of Psychology 44: 53 – 85.
  • Alcock, J. 1986. Chronic pain and the injured worker. Canadian Psyc. 27 (2): 196 – 203. 1995. – The belief engine. Skeptical Inquirer 19 (3): 14 – 8.
  • Barrett, S., and W. Jarvis. 1993. The Health Robbers: A Close Look at Quackery in America. Amherst, N.Y.: Prometheus Books.
  • Basil, R., ed. 1988. Not Necessarily the New Age. Amherst, N.Y.: Prometheus Books.
  • Beyerstein, B., and P. Hadaway. 1991. On avoiding folly. Journal of Drug Issues 20 (4): 689 – 700.
  • Beyerstein, B., and W. Sampson. 1996. Traditional medicine and pseudoscience in China. Skeptical Inquirer. 20 (4): 18-26
  • Brandon, R. 1985. Holism in philosophy of biology. In Examining Holistic Medicine, edited by D. Stalker and C. Glymour. Amherst, N.Y.: Prometheus Books, 127–36.
  • Cassileth, B., and H. Brown. 1988. Unorthodox cancer medicine. CA-A Cancer Journal for Clinicians 38 (3): 176–86.
  • Chapman, L., and J. Chapman. 1967. Genesis of popular but erroneous diagnostic observations. Journal of Abnormal Psychology 72:193–204.
  • Dean, G., I. Kelly, D. Saklofske, and A. Furnham. 1992. Graphology and human judgement. In The Write Stuff edited by B. and D.
  • Beyerstein. Amherst, N.Y.: Prometheus Books, 342–96.
  • Festinger, L. 1957. A Theory of Cognitive Dissonance. Stanford: Stanford University Press.
  • Gilovich, T. 1991. How We Know What Isn’ t So: The Fallibility of Human Reason in Everyday Life. New York: Free
  • Press/Macmillan.-, 1997. Some systematic biases of everyday judgment. Skeptical Inquirer 21 (2): 31 – 5.
  • Gross, P., and N. Levitt. 1994. Higher Superstition. Baltimore: Johns Hopkins University Press.
  • Huber, P. 1991. Galileo’ s Revenge: Junk Science in the Courtroom. New York: Basic Books.
  • Kiernan, V. 1995. Survey plumbs the depths of international ignorance. The New Scientist (April 29): 7.92
  • Merskey, H. 1995. The Analysis of Hysteria: Understanding Conversion and Dissociation. 2d ed. London: Royal College of Psychiatrists.
  • Melzack, R. 1973. The Puzzle of Pain. New York: Basic Books.
  • Mestel, R 1994. Let mind talk unto body. The New Scientist (July 23): 26-31.
  • O’Connor, G. 1987. Confidence trick. The Medical Journal of Australia 147: 456–9.
  • Roberts, A., D. Kewman, and L. Hovell. 1993. The power of nonspecific effects in healing: Implications for psychosocial and
  • biological treatments. Clinical psychology Review 13: 375–91.
  • Rosenbaum, J. T. 1997. Lessons from litigation over silicone breast implants: A call for activism by scientists. Science 276 (June 6,1997): 1524–5.
  • Rosenthal, R. 1966. Experimenter Effects in Behavioral Research. New York: Appleton-Century-Crofts.
  • Schick, T., and L. Vaughn. 1995. How to Think About Weird Things: Critical Thinking for a New Age. Mountain View, Calif.:Mayfield Publishing.
  • Shorter, E. 1992. From Paralysis to Fatigue: A History of Psychosomatic Illness in the Modern Era. New York: The Free Press.
  • Silverman, S. 1987. Medical “miracles” : Still mysterious despite claims of believers. Psientific American (July): 5–7. Newsletter of the Sacramento Skeptics Society, Sacramento, Calif.
  • Skrabanek, P., and J. McCormick. 1990. Follies and Fallacies in Medicine. Amherst, N.Y.: Promerheus Books.
  • Smith, W., H. Merskey, and S. Gross, eds. 1980. Pain: Meaning and Management. New York: SP Medical and Scientific Books.
  • Stalker, D., and C. Glymour, eds. 1985. Examining Holistic Medicine. Amherst, N.Y.: Prometheus Books.
  • Stewart, D. 1990. Emotional disorders misdiagnosed as physical illness: Environmental hypersensitivity, candidiasis hypersensitiviry, and chronic fatigue syndrome. Int. J. Mental Health 19 (3): 56–68.
  • Ulett, G. A. 1996. Alternative Medicine or Magical Healing. St. Louis: Warren H. Green.
L'autore mi sembra inquadri molto bene il discorso che, tra l'altro, espone chiaramente in moltissimi degli aspetti che caratterizzano la questione (notevolmente numerosi e precisi i riferimenti bibliografici, inoltre, l'esatto opposto delle scempiaggini proposte dai complottisti di bassa lega e ignoranti dell'ultima ora). A differenza dei ciarlatani, espone con oggettività la casistica che determina le erronee interpretazioni sulla riuscita di una terapia piuttosto che un'altra. Gli imbonitori da strapazzo che propinano terapie alternative puntano sull'ignoranza del problema e sulla possibilità statistica di riuscire a condizionare la persona, condizionamento che non solo porta il paziente a fidarsi ciecamente anche di assurde pratiche inflittegli, ma perfino a credere di averne un giovamento e, per questo, pubblicizzare una menzogna in assoluta buona fede, oltretutto senza l'interesse dell'imbonitore stesso.

Ah, dimenticavo: se andate al link noterete che uno dei tre commenti è del sig. GPaolo che, come una facile ricerca sul web può tranquillamente lasciar intendere, gira a destra e a manca cercando un po' di pubblicità per le sue affermazioni sulla medicina convenzionale, che a mio parere e per quanto me ne possa intendere, altro non sono che esilaranti elucubrazioni degne del peggior film horror...

Bella la risposta (che riporto in parte) dell'interessato al sig. GPaolo:

""Le “perle” contenute nel suo sito di santoni non credo siano una valida risposta se non per i “credenti” … il mio era un discorso scientifico."" Come a dire: ma và a quel paese.... (il resto a scelta personale).

Arrivederci al prossimo ossessionato (di cui ci siamo privati, con grande dispiacere, in questo post).


Chi mente a chi? Ossessione e sincerità: due poli opposti

Dal blog di Corrado Penna (http://scienzamarcia.blogspot.com/), da sempre garanzia di bufala assoluta, riporto questo ennesimo attacco alla medicina convenzionale. Le sue affermazioni talvolta rasentano il ridicolo, altre volte sono palesemente surreali da indurre sconcerto nel lettore, per quanto demenziale possano essere alcuni ragionamenti provenienti dalla mente umana. Ma, purtroppo, si sa che qualcuno ingenuo o disperato lo si trova sempre, motivo per cui sempre i suoi articoli sono pericolosi per la salute delle persone. Se poi si aggiunge che non è medico e in una sorta di moto perpetuo arrogante e menzoniero continua imperterrito a distribuire consigli su come, in pratica, NON CURARSI....vedete voi! Leggiamo:

 

lunedì 20 dicembre 2010


Nuove raccomandazioni sulla vitamina D favoriscono carenze nutrizionali e proteggono l'industria del cancro

Traduzione dell'articolo New vitamin D recommendations promote nutritional deficiency, protect cancer industry pubblicato il  2 dicembre 2010 da Mike Adams sul sito naturalnews.com, traduzione a cura di Sabrina.
Nuove raccomandazioni sulla vitamina D favoriscono carenze nutrizionali e proteggono l'industria del cancro


Pochi giorni fa, l'Institute of Medicine (IOM) è finalmente riuscito ad ammettere che le persone hanno bisogno di più vitamina D. Ma l'aumento dell'assunzione giornaliera raccomandata da 200 UI a 600 UI, lascia la maggior parte delle persone ancora gravemente carenti di vitamina D, e una marea di ricerche scientifiche emerse nel corso degli ultimi quattro anni rivela che la carenza di vitamina D provoca cancro, osteoporosi, depressione, diabete, malattie cardiache e disturbi renali.


In altre parole, la carenza di vitamina D è la base della macchina del profitto dell'industria farmaceutica. La maggior parte dei soldi, moltissimi soldi, che l'industria del cancro e le case farmaceutiche accumulano, provengono da pazienti che hanno serie carenze di vitamina D.


Il Council for Responsible Nutrition (CRN), associazione leader nell'industria degli integratori alimentari, ha definito le nuove raccomandazioni riguardo la vitamina D "un piccolo passo nella giusta direzione, che però viene meno dall'approfondire davvero le innumerevoli ricerche che costantemente sostengono la necessità di aumentare significativamente i livelli di vitamina D".


Secondo studi scientifici, il 70 per cento dei bianchi e il 97 per cento degli afro-americani attualmente ha carenza di vitamina D, con conseguenti tassi scandalosamente più elevati di cancro tra i neri rispetto ai bianchi. Lo IOM stranamente sostiene che tali carenze non esistono.


I professionisti della salute bene informati nel campo della nutrizione, speravano che lo IOM suggerisse un aumento del fabbisogno giornaliero di vitamina D che effettivamente aiuterebbe a prevenire il cancro: da 2000 UI al giorno, fino a raggiungere 4000 UI al giorno. La maggior parte dei nutrizionisti informati consigliano da 2000 UI a 4000 UI al giorno per gli adulti. Le ricerche sulla connessione tra cancro e vitamina D parlano chiaro: la vitamina D previene il 77 per cento dei tumori.


Ma proprio per questo l'Institute of Medicine non può assolutamente permettere che il popolo americano assuma più vitamina D - fare del bene alla gente equivale a distruggere il modello di business principale dell'industria farmaceutica!


Il Governo mette in guardia la gente dall'assumere troppa vitamina D.
E così, anche se malvolentieri, la dose giornaliera consigliata è stata regolata al livello di 600 UI (800 per gli anziani), l'Institute of Medicine ha emesso un avviso ridicolo sul sovradosaggio di vitamina D. (Si considera una "mega-dose" 4000 UI).


I media, prendendo la palla al balzo, hanno segnalato che 10.000 UI causano danni ai reni. Tuttavia, i medici che si occupano di carenza di vitamina D, prescrivono di routine 50.000 UI al giorno per aiutare i pazienti a recuperare e ripristinare i corretti livelli di vitamina D. (Tale quantità è sicura solo per le persone che ne hanno una grave carenza. NaturalNews ne conviene che non è una dose sicura per chi ha già un livello sufficiente di vitamina D nel proprio corpo.)


Il dottor Michael Holick, esperto di vitamina D sistematicamente attaccato dalla medicina convenzionale per il suo voler educare la gente sulla vitamina D, ne prende 3.000 UI al giorno. È protagonista di un servizio speciale per NaturalNews ''Il potere curativo della luce solare e della vitamina D'' che può essere scaricato gratuitamente all'indirizzo: http://www.naturalnews.com/rr-sunlight.html.

600 UI è una quantità penosa che garantisce la continuità dell'epidemia di carenza da vitamina D in America. "E' una delusione incredibile", ha detto il dottor Cedric Garland, un ricercatore di alto livello che studia la capacità della vitamina D di prevenire il cancro.



Una cospirazione di massa sulla carenza di vitamina D tra Big Pharma, Big Government e i media principali?
La verità in tutta questa storia è che c'è una enorme cospirazione per mantenere il popolo americano carente di vitamina D il più a lungo possibile [non solo quello americano - N.d.T.]. Questo complotto è realizzato attraverso l'uso di menzogne come questa balla pubblicata da CBS News pochi giorni fa: "Anche se alcune persone hanno veramente una carenza di vitamina D, la persona media ne ha già abbastanza in circolo nel sangue. Perché la vitamina D la otteniamo dall'esposizione al sole, e molte persone assumono già multivitaminici o altri integratori alimentari contenenti vitamina D. "


Questa è, ovviamente, una menzogna sfacciata. La maggior parte delle persone non prende integratori di vitamina D, e pochi su tutti prendono abbastanza luce solare. Le carenze più gravi, naturalmente, le hanno quelli con la pelle scura come gli afro-americani e, in una certa misura, latinoamericani e asiatici, che soffrono di cancro, diabete e altre malattie in percentuali altissime.


Che i media mainstream (e l'intera comunità medica), mentano alle persone di colore circa la carenza di vitamina D non è una sorpresa: furono i neri ad essere abitualmente scelti per gli 'esperhttp://www.naturalnews.com/019189.htmlimenti medici' di Big Pharma durante tutta la sua storia scellerata. (vedi http://www.naturalnews.com/019189.html).


E adesso l'esperimento lo si fa su tutti gli americani! L'Institute of Medicine, Big Pharma e la FDA stanno eseguendo un imponente esperimento intitolato "Cosa succede se manteniamo tutti gli americani, ma soprattutto i neri, carenti di vitamina D?"


Se si hanno dubbi sulla veridicità di tale affermazione, si consideri il fatto storico che il governo degli Stati Uniti ha complottato con il National Institute of Health, per utilizzare i guatemaltechi come cavie umane in esperimenti medici segreti, per i quali il presidente Obama è stato recentemente costretto a chiedere scusa!


Quelli con la pelle scura hanno di gran lunga più probabilità di avere carenza di vitamina D perché la pigmentazione della pelle scura blocca la luce ultravioletta che genera vitamina D nella pelle. Guarda il video per una spiegazione completa.


L'Insitute of Medicine ha spudoratamente mentito riguardo gli effetti della vitamina D nella prevenzione del cancro, dichiarando sul suo sito, "Lo IOM ritiene che le prove riscontrano un ruolo della vitamina D e del calcio nella salute delle ossa, ma non per altre condizioni di salute. Inoltre, emergono prove ad indicare che assumere troppo di questi nutrienti può essere dannoso, sfidando il concetto che 'di più è meglio' ".


In altre parole, lo IOM vuole farci credere che "di più NON è meglio" quando si tratta di vitamina D, anche se la maggior parte delle persone ne è terribilmente carente. Questo è un modo subdolo per dire alla gente di evitare di assumere più vitamina D e, quindi, di restare carente di vitamina D, che significa tenere la gente intrappolata nella malattia che genera enormi profitti per l'industria farmaceutica.


Il complotto della vitamina D è reale. Il governo, Big Pharma e alcuni elementi dei media, stanno tramando tutti insieme per intrappolare la popolazione americana in uno stato permanente di deficienza da vitamina D. Ma questa cospirazione fallirà perché la scienza nutrizionale sulla vitamina D non potrà essere repressa ancora per molto. Soprattutto se la gente si informa da sola sulle questioni nutrizionali leggendo siti come questo.


La vitamina D è la sostanza che potrebbe far crollare l'industria del cancro e distruggere Big Pharma. Ecco perché è necessario apprendere informazioni al riguardo e assicurarsi che i livelli di vitamina D siano abbastanza alti da prevenire le malattie degenerative.


Per la cronaca, non vendo integratori di vitamina D di alcun genere, né guadagno su tangenti o commissioni di alcun genere da aziende di integratori di vitamina D.





Articoli correlati con citazione di estratti significativi





“La Vitamina D a conti fatti è una sorta di nettare magico per il cancro," dice la Dottoressa Louise Parker, epidemiologa ed esperta mondiale nel campo sui fattori cancerogeni cui siamo esposti: o, nel caso della Vitamina D, sui fattori benefici cui non siamo sufficientemente esposti.  (...) In tutti i casi di cancro al Colon o al polmone si è riscontrata una deficienza di Vitamina D: la sua estrema capacità di aiutare il corpo ad assorbire il calcio, si rivela un'arma formidabile anche contro l'osteoporosi (gli effetti contro il cancro sono stati scoperti proprio grazie ad una ricerca fatta sulla malattia delle ossa).

PARKINSON: VITAMINA "D" RIDUCE RISCHIO DI AMMALARSI



 La ricerca e' stata effettuata in Finlandia dove la la scarsa presenza del sole ha portato ad un cronico deficit della vitamina D, fornita principalmente dall'esposizione ai raggi solari (...) I ricercatori hanno scoperto che coloro che avevano alti livelli di Vitamina D (il 25% del gruppo) avevano il 67% di chance in meno di contrarre la malattia.)

Vitamina D. la vitamina delle meraviglie


Secondo il britannico The Independent è la wonder vitamin che ricopre un ruolo fondamentale per il benessere dell’intero organismo (...) sono infatti sufficienti 15 minuti al giorno perché l’organismo possa produrre la quantità necessaria, inoltre quella in “eccesso” prodotta nel periodo estivo, viene immagazzinata ed utilizzata nei mesi invernali.


Anni fa, un attento medico generico inglese, R. Edgar Hope-Simpson, ha collegato le epidemie influenzali dell'emisfero nord con il solstizio invernale. Pertanto, l’influenza arriva proprio quando i livelli di vitamina D cominciano a calare. Finora, la medicina convenzionale ha in gran parte ignorato il suo lavoro. Proprio questo anno, due importanti pubblicazioni mediche hanno pubblicato un report firmato dal Dott. John Cannell, uno psichiatra dello Atascadero State Hospital, California. Si tratta di una struttura di massima sicurezza riservata a criminali infermi di mente. Nel suo resoconto, il Dott. Cannell ha notato che gli altri reparti intorno al suo erano stati soggetti a un violento attacco d’influenza nell'aprile 2005. Ma nessuno dei suoi 32 pazienti ha preso l’influenza, sebbene si fossero anche mischiati con i reclusi infetti degli altri reparti.


"...una marea di ricerche scientifiche emerse nel corso degli ultimi quattro anni rivela che la carenza di vitamina D provoca cancro, osteoporosi, depressione, diabete, malattie cardiache e disturbi renali.

Riferimenti ufficiali o affidabili? ZERO?? Bene. Come dire, insomma: "una marea di ricerche scientifiche emerse nel corso degli ultimi quattro anni rivela che la carenza di moto provoca cancro,osteoporosi, depressione, diabete, malattie cardiache e disturbi renali.." e sarebbe anche più credibile della scempiaggine precedente. Oppure: "la carenza di cannella nella torta di mele provoca.....". I riferimenti "alla carlona" o, peggio, inesistenti, evidenziano la pochezza di certi personaggi e delle loro opinioni in questo campo.


Poi:

“La Vitamina D a conti fatti è una sorta di nettare magico per il cancro," dice la Dottoressa Louise Parker

Questo l'articolo del 2008 della dottoressa (un po' lungo ma rende l'idea):

Sunshine vitamin may help prevent cancer

giovedì 7 febbraio 2008 11.07.11
 

Washington , Feb 7 (ANI): A researcher at Dalhousie University has claimed that a vitamin D pill could block the development of some cancers, strengthen bones, prevent multiple sclerosis and alleviate winter depression.
Dr. Louise Parker, epidemiologist at Dalhousie University and a world expert in the environmental exposures that can lead to cancer, has recommended Vitamin D pills for individuals living in areas like Canada which do not get much sunlight.
Parker claimed that Vitamin D could become a useful weapon in the fight against MS, osteoporosis, mild depression and one of the most devastating diseases of our time cancer.
As time has gone by, Vitamin D has raised its head as a sort of ambrosia for cancers. One of the most important sources of Vitamin D is from the sun and through your skin. Many parts of Canada dont get much sun in the winter. Weve also been telling people to cover up and use sunscreen to prevent skin cancer. Sunscreen actually impairs your (skins ability) to make Vitamin D, said Dr. Parker.
This has led the Canadian Cancer Society to recommend that during the winter, Canadians take at least 1,000 units a day of Vitamin D, dubbed the sunshine vitamin. The required units can also be contained in a tiny pill that comes in a bottle of 100 tablets ranging from $5 to $10, depending on the brand name.
According to Dr. Parker, 1,000 units a day is well beyond what you can obtain from your diet. Vitamin D is a bit of a rare vitamin, appearing only in fatty fish, cod liver oil and egg yolks. He said that one cannot get the required 1,00 units even if one were to sunbathe in southern climates.
If you were to lie naked on a beach in the Bahamas , and I dont recommend that because of skin cancer, you cannot get up to the equivalent of 1,000 units of Vitamin D a day, said Dr. Parker.
Vitamin D helps the body absorb calcium and is very important for the human body. On the basis of various studies, Dr.Parker said that people with lung and colon cancer are Vitamin D deficient.
In a study examining whether women who took Vitamin D had a lower risk of osteoporosis, it was found that women taking Vitamin D had stronger bones than those who did not take the vitamin. It was also found that the women who took Vitamin D also had fewer cancers.
Parker said that Vitamin D works in very complicated ways. It changes the way cells work. In fact, there is medical speculation that it may block cancer cell proliferation or improve immune system functions. However, its role is not fully understood.
Lifestyle is also one of the factors that influence the amount of vitamin D taken in the body.
Dr. Parker is looking at how obesity, which we know can cause cancer, and exercise, which we know prevents cancer, could interact with Vitamin D. She describes it as looking for a piece of a jigsaw puzzle.
At the population level, I am trying to understand how all these things fit together. Its very complex. We know some of the jigsaw pieces, but not all, she said.
In the mean time, there is very little evidence that taking Vitamin D can harm you. Perhaps in huge doses it could cause kidney stones, but that has not been proven.
On the average, 1,000 units a day is safe and is probably effective in reducing the risk of colon cancer, and maybe other cancers as well, said Dr. Parker. (ANI)

Capito? Non dice che la carenza di vitamina d provoca il cancro, come riportato dal Penna che, come al solito, manipola tutto quello che può per far scorrere acqua sotto il suo ponte poco saldo. 

Poi, leggere questi articoli precisi della dottoressa in questione:

http://www.terryfoxresearchinstitute.net/dialogues/dialogue_01_comments_parker.asp
(contro il fumo)

http://watercanada.net/2009/cancer-society-funds-arsenic-study/
(nuovo studio sulla relazione tra il cancro alla vescica e l’arsenico dei pozzi d’acqua)

A dimostrazione che, come nel suo articolo principale, molte sono ma, soprattutto, molte POTREBBERO essere le carenze che, qualora non ci fossero, AIUTEREBBERO a prevenire alcuni tumori. 

Un po' diverso? Bè, diciamo più veritiero, soprattutto.

Altro concetto:

"Le ricerche sulla connessione tra cancro e vitamina D parlano chiaro: la vitamina D previene il 77 per cento dei tumori."

Fonte? Eh, certo: http://www.naturalnews.com/findings.html. Proprio affidabile, direi parecchio imparziale eheh.

Infine:


Per la cronaca, non vendo integratori di vitamina D di alcun genere, né guadagno su tangenti o commissioni di alcun genere da aziende di integratori di vitamina D.

Forse, ma la tua bella foto pubblicitaria l'hai messa, vero Corrado? Vedere sopra o qui:

https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgnRnvgY1UeB7eJIvC7LSGlmCq4F2r6a7saPkAONnp6TJhT2V2rzvvmrZmFDejDEbzaqVpegXD990YybYGLZyZHdV3-qq_0J2MH4MCVlAdf_vCSj-4NJ4lgMQI7Q3lhpDIKxUiT73ddkOiS/s1600/vitamin_d3.jpg

Arrivederci al prossimo oossessionato (spero più sincero, però!).